Il dott. Pin Arboledas, pediatra, consulente del sonno di serpadres.es e co-autore, con il suo amico Eduard Estivill, di Pediatría con sentido común, ci avverte in un recente video, breve ma intenso, circa il pericolo insito nel Co-sleeping reattivo: "Quando a un certo punto non ne posso più metto il bimbo nel mio letto. Questo è il Co-sleeping che gli operatori sanitari ritengono sia sbagliato e ha conseguenze sullo sviluppo... e abbiamo dati su questo".
A riguardo, lo psicologo Ramón Soler commenta in un recentissimo e appassionato articolo che "non si tratta di una lotta di potere... E' noto che il bambino non piange per un capriccio, lo fa perché sta chiedendo di essere accolto in alcuni bisogni fisiologici di base ed emotivi, legittimi e naturali. Un bambino non piange per manipolare o asservire i suoi genitori, lo fa perché è veramente nel panico quando si accorge che c'è non c'è nessuno accanto a lui per proteggerlo.
I genitori che portano il loro bambino verso il letto di famiglia non sono genitori che hanno 'ceduto' alla pressione e ricatto del bambino, come vuole far credere questo medico. Sono genitori che, notando la sofferenza del loro bambino, hanno deciso di modificare le loro modalità. Nella loro ricerca di soluzioni, hanno deciso di seguire il loro istinto e dormire con loro figlio. Questi genitori devono essere sostenuti, invece di essere spaventati con studi assurdi e mezze verità."
"Ci sono alterazioni nella struttura del sonno ... abbiamo visto che quando vi è Co-sleeping reattivo, dimiuisce la fase REM. La fase REM è quella che permette al bambino di fissare nella memoria ciò che apprende durante il giorno e quella che le permette di controllare un poco i suoi impulsi".
"Affermazioni allarmistiche", commenta Soler, "il tentativo è di spaventare i genitori e averli sotto il controllo della conoscenza scientifica presunta. Qualcosa come 'mi sta dicendo che se ho messo mio figlio nel letto, hanno poi problemi di memoria? Per favore, dottore, mi dica quello che devo fare!' ".
"Circa il 'controllo degli impusi' ", prosegue Soler, " neurologi che studiano lo sviluppo del sistema nervoso ci dicono che è a partire dal secondo o terzo anno che si sviluppa la corteccia prefrontale, che permette ai bambini di cominciare a controllare gli impulsi che provengono dalle parti più profonde del cervello. Gerdhart Sue spiega perfettamente e dice anche che lo sviluppo della corteccia prefrontale è stimolata dalla cura, carezze e coccole che il bambino ha avuto nei suoi primi anni di vita, compreso il co-sleeping."
I genitori che portano il loro bambino verso il letto di famiglia non sono genitori che hanno 'ceduto' alla pressione e ricatto del bambino, come vuole far credere questo medico. Sono genitori che, notando la sofferenza del loro bambino, hanno deciso di modificare le loro modalità. Nella loro ricerca di soluzioni, hanno deciso di seguire il loro istinto e dormire con loro figlio. Questi genitori devono essere sostenuti, invece di essere spaventati con studi assurdi e mezze verità."
"Ci sono alterazioni nella struttura del sonno ... abbiamo visto che quando vi è Co-sleeping reattivo, dimiuisce la fase REM. La fase REM è quella che permette al bambino di fissare nella memoria ciò che apprende durante il giorno e quella che le permette di controllare un poco i suoi impulsi".
"Affermazioni allarmistiche", commenta Soler, "il tentativo è di spaventare i genitori e averli sotto il controllo della conoscenza scientifica presunta. Qualcosa come 'mi sta dicendo che se ho messo mio figlio nel letto, hanno poi problemi di memoria? Per favore, dottore, mi dica quello che devo fare!' ".
"Circa il 'controllo degli impusi' ", prosegue Soler, " neurologi che studiano lo sviluppo del sistema nervoso ci dicono che è a partire dal secondo o terzo anno che si sviluppa la corteccia prefrontale, che permette ai bambini di cominciare a controllare gli impulsi che provengono dalle parti più profonde del cervello. Gerdhart Sue spiega perfettamente e dice anche che lo sviluppo della corteccia prefrontale è stimolata dalla cura, carezze e coccole che il bambino ha avuto nei suoi primi anni di vita, compreso il co-sleeping."
"C'è un maggior numero di risvegli. E' un sonno di minore efficienza, di qualità inferiore. "
Soler non vede dove sia il problema... Si tratta piuttosto di una logica conseguenza della grande intelligenza del bambino. Lasciato solo durante i primi mesi di vita, proprio quando si sente meno protetto, il bambino avrà bisogno di tempo per ritrovare la fiducia nei loro genitori. "Chi lo assicura che non lo lasceranno solo di nuovo dal momento che già l'hanno fatto? La sua vita dipende totalmente da loro e dunque dovrà stare più attento per capire capire che ancora sono lì con lui e non lo hanno abbandonato. Dopo queste esperienze traumatiche, è logico che sia più irrequieto e si svegli di più durante la notte."
Soler non vede dove sia il problema... Si tratta piuttosto di una logica conseguenza della grande intelligenza del bambino. Lasciato solo durante i primi mesi di vita, proprio quando si sente meno protetto, il bambino avrà bisogno di tempo per ritrovare la fiducia nei loro genitori. "Chi lo assicura che non lo lasceranno solo di nuovo dal momento che già l'hanno fatto? La sua vita dipende totalmente da loro e dunque dovrà stare più attento per capire capire che ancora sono lì con lui e non lo hanno abbandonato. Dopo queste esperienze traumatiche, è logico che sia più irrequieto e si svegli di più durante la notte."
"Il Co-sleeping reattivo lascia dedurre che, a volte, si sta creando un tipo di attaccamento non sicuro, un attaccamento dipendente."
"Sicuramente nei primi momenti, quando si attua il Co-sleeping, dopo che per tre mesi il bimbo ha dormito separatamente dai suoi genitori, il bambino sarà più irrequieto e più esigente. Man mano che si assicura che i genitori ci sono e non se ne sono andati di nuovo, si calmerà e tornerà a un sonno più tranquillo e normale. Tutti gli esseri umani, dopo un trauma, hanno bisogno di tempo per riconquistare l'autostima e la fiducia negli altri. I bambini anche."
"Sicuramente nei primi momenti, quando si attua il Co-sleeping, dopo che per tre mesi il bimbo ha dormito separatamente dai suoi genitori, il bambino sarà più irrequieto e più esigente. Man mano che si assicura che i genitori ci sono e non se ne sono andati di nuovo, si calmerà e tornerà a un sonno più tranquillo e normale. Tutti gli esseri umani, dopo un trauma, hanno bisogno di tempo per riconquistare l'autostima e la fiducia negli altri. I bambini anche."
"Il Co-sleeping reattivo non lascia di essere un riflesso circa il tipo di educazione che il bimbo sta ricevendo in generale, in termini di dipendenza / non-dipendenza, in termini di limiti / non limiti educativi."
Qui Soler perde il controllo :-) "Ecco la tirata finale, comportamentale e autoritaria. È stato smascherato quale lupo in camice bianco. Ci sono voluti meno di due minuti per dimostrare l'idea che i genitori che dormono con i loro bambini sono permissivi e non sanno stabilire limiti. Sono tipici argomenti patriarcali adultocentrici: 'il bambino non può dominarvi', 'dovete insegnare sin da piccoli che la vita è dura', 'bisogna vivere momenti di frustrazione' ecc."
Il Co-sleeping è un atto d'amore, non una modalità di controllo educativo; assecondando l'istinto - soprattutto nei primi mesi di vita di nostro figlio - e rispondendo al pianto o al disagio non sbagliamo.
Per cui, querido Dr. Arboledas, non ne facciamo un problema di una cosa così semplice, no?
Oltretutto in quanto pediatra non penso la sua attività si ponga centralmente rispetto agli studi sul sonno, avrà a che fare principalmente con influenza, mal di gola, bronchiti e infermità varie, no? Per cui chi glielo fa fare (a lei e al suo collega Estivill) di dogmatizzare su una materia che non pertiene esattamente alle sue incombenze quotidiane? O magari lei ha personali radici di sofferenza da 'tramandare' ai posteri? Ma allora è un problema suo, se lo risolva e non terrorizzi i genitori, grazie.
Per cui, querido Dr. Arboledas, non ne facciamo un problema di una cosa così semplice, no?
Oltretutto in quanto pediatra non penso la sua attività si ponga centralmente rispetto agli studi sul sonno, avrà a che fare principalmente con influenza, mal di gola, bronchiti e infermità varie, no? Per cui chi glielo fa fare (a lei e al suo collega Estivill) di dogmatizzare su una materia che non pertiene esattamente alle sue incombenze quotidiane? O magari lei ha personali radici di sofferenza da 'tramandare' ai posteri? Ma allora è un problema suo, se lo risolva e non terrorizzi i genitori, grazie.
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