Su 118 bambini ai quali è stato analizzato il genoma (codice genetico), 90 hanno evidenziato - secondo i ricercatori - mutazioni genetiche ricollegabili ai padri, alcuni dei quali erano tra i 40 e un po' sopra i 50 anni.
"Eravamo alla ricerca di una forma specifica di mutazione genetica che troviamo in alcuni bambini con disabilità intellettive", ha spiegato il capo ricercatore, dott.ssa Jayne Hehir-Kwa.
Genitori sani, dunque, ma bambini nati con anomalie cromosomiche, in cui le sequenze di DNA sono mancanti, ripetute, invertite o fuori luogo e che hanno dato luogo a disabilità intellettive.
Genitori sani, dunque, ma bambini nati con anomalie cromosomiche, in cui le sequenze di DNA sono mancanti, ripetute, invertite o fuori luogo e che hanno dato luogo a disabilità intellettive.
A differenza della sindrome di Down - associata all'età delle madri - in cui un intero cromosoma è duplicato, in questo caso i difetti cromosomici "sono casualmente sparsi in tutto il genoma", ha affermato Hehir-Kwa.
I ricercatori hanno l'obiettivo di sviluppare un test prenatale verso alcune disabilità, che si verificano ad un tasso di 1% delle nascite. "Le varianti [genetiche] che abbiamo osservato spiegano circa il 10% per cento di quell' 1%", ha detto.
La dott.ssa Hehir-Kwa sospetta che i problemi del DNA derivino dalla produzione di spermatozoi difettosi negli uomini più anziani. Nel cercare di individuare la "fonte" del DNA difettoso sembrerebbe infatti che sia il papà il "colpevole".
E' dunque ed evidentemente una ricerca ai primissimi passi e dissuaderà difficilmente chi ha intenzione di riprodursi pur non essendo più trentenne. Magari senza aspettare 94 anni per fare il primo figlio, come ha fatto Ramajit Raghav, che ha strappato il record di anzianità a Nanu Ram Jogi, che il 21° figlio lo ha fatto a 90 anni!
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