Sembra proprio che le liti tra fratelli non risultino essere innocue e magari anche salutari, così come comunemente si pensa. Non sempre è una cosa accettabile o addirittura positiva per la crescita dei ragazzi.
Un nuovo ed esteso studio statunitense, condotto da Corinna Jenkins Tucker, pubblicato sulla rivista Pediatrics e riportato da The New York Times sostiene infatti che le violenze tra fratelli debbano essere oggetto di maggior attenzione da parte dei genitori. Schermaglie ordinarie sulla playstation sono una cosa, abusi fisici e verbali ripetuti, in particolare tra fratelli, è altro. Il nuovo studio, che ha coinvolto migliaia di bambini e adolescenti, ha trovato che coloro che sono stati aggrediti, minacciati o intimiditi da un fratello avevano aumentato i livelli di depressione, rabbia e ansia.
La linea dell'abuso è sottile, l'attenzione sul bullismo e violenza nelle scuole dovrebbe estendersi fino al rapporto tra fratelli. La soglia di "normalità" e accettazione di una conflittualità o rivalità tra fratelli risulta essere piuttosto bassa, e i danni e le umiliazioni di chi subisce una violenza fisica o psicologica costante possono risultare piuttosto seri.
Meglio anche non dare etichette ai figli come "l'atleta", "l'intelligente" perché queste schematizzazioni (inutili) possono ingenerare conflittualità.
La nostra società tende a minimizzare la violenza tra bambini in generale, in quanto si ritiene sia meno dannosa di quando le violenze e le ferite sono vissute da adulti. Ma i dati non dicono questo.
Insomma questo studio e i dati che ne derivano confermano che questo fenomeno - che noi genitori tendiamo a minimizzare o a trattare comunque con un grado di accettazione piuttosto elevato - non è così innocuo come pensiamo. A volte riteniamo che la "palestra" familiare di umiliazioni e vessazioni possa essere formativa per la personalità in evoluzione. Ma quando queste tensioni superano soglie ragionevoli (e le soglie sono basse), le ripercussioni sul carattere, la personalità, la salute mentale del ragazzo che diventerà adulto potranno essere significative, sia a livello di identità che di autostima.
Un invito in più a studiare, approfondire, a trovare soluzioni nella gestione di conflitti, oltre i luoghi comuni invalsi.
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