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25 ottobre 2012

Lo strano caso del dottor Estivill

Hansel & GretelC'era un volta, tanto tempo fa, un dottore che si chiamava Estivill... eh? Sì, sì, si chiamava proprio così.. perché? Beh, questo nessuno lo ha mai saputo però... in fondo era un nome come un altro, no? In qualche modo doveva pur chiamarsi... ma non mi interrompere adesso... ascolta. Dunque, dove eravamo rimasti? Ah sì, che si chiamava Estivill e lo chiamavano anche il "medico del sonno" perché faceva addormentare tutti i bambini, la sera, quando andavano nel loro lettino a fare la nanna. Come? Ah no, non gli leggeva una favola... eh? No, neanche gli cantava la ninna nanna... no, no, non li cullava e neanche li teneva in braccio! Ma insomma, se mi interrompi sempre come faccio a raccontarti la storia del dottor Estivill? Ecco, così, rimani sdraiato e ascolta. Dunque lo chiamavano "il medico del sonno" perché lui aveva delle parole magiche per far addormentare i bambini e così tutti i papà e tutte le mamme lo cercavano per conoscere queste parole magiche! Quali erano? Beh, erano parole magiche, come vuoi che ti dica... erano parole tipo amore, la tua mamma/il tuo papà ti vuole un sacco di bene. Adesso però devi dormire e devi farlo da solo. Buonanotte tesoro (cit.). Eh? Sì, erano queste le parole magiche o altre che gli assomigliavano... eh? Ma non lo so se erano sempre le stesse parole! Comunque i bambini si addormentavano tutti. Come? Beh, sì, qualche volta i bimbi piangevano però a quei tempi a queste cose non ci si faceva caso, sai? Si lasciava che i bambini piangessero perché si credeva che gli si allargassero i polmoni, che gli si facessero gli occhi belli e pensavano anche che un po' di pianto non ha mai ammazzato nessuno. Poi il tempo passò.
Tanti bambini si addormentavano con le parole magiche, anche se poi piangevano e vomitavano... ops! Scusa, volevo dire che gli faceva male il pancino per tanto piangere... ma quelli erano altri tempi.. la gente era fatta così..."
Come finisce questa storia? Come volete voi, ognuno può condurla alla fine come meglio crede. Servirà a far addormentare qualche nostro nipote? Chissà...
Per adesso sappiamo solo che il nostro (non più tanto) arzillo dottor Estivill qualche acciacco lo comincia ad accusare. Perché? Beh, l'aver fatto correggere il tiro della sua ultima mirabolante ritrattazione è segno che anche per lui la senescenza bussa alla porta. Cosa dico? Andate a questo link della sua intervista a El Pais e vedrete che "magicamente" le paroline tre anni sono state modificate in tre mesi. Eh già, scorrete l'intervista e leggetevelo da soli sotto la domanda "He leido el libro Duérmete niño, y tengo la duda de a qué edad se debe empezar a aplicar el método que propone": la risposta che dà Estivill è modificata rispetto all'uscita del 27 settembre scorso. Dunque tanto rumore per nulla, si può applicare il suo metodo a partire dai tre mesi. Ritrattazione della ritrattazione. Lapsus? Voleva dire tre anni e in effetti l'ha detto? Voleva dire tre mesi ma si è sbagliato? Mah, saperlo forse condirebbe meglio la storia sopra, per cui i nostri nipoti leggeranno dello strano caso del dottor Estivill guardandolo un po' come noi adesso guardiamo la fiaba di Pollicino e di Hänsel e Gretel, come roba di tempi crudeli per l'infanzia. Certo, per noi che viviamo adesso, c'è ormai solo da sorridere (amaramente) del nostro (non più tanto) arzillo dottor Estivill e cercare di buttarci un pietra sopra. Come? Sopra di lui?! No, beh no, certo no, poverino... e poi non siamo più in un'epoca di crudeltà. Ma questo lui forse ancora non l'ha capito.

28 settembre 2012

Incredibile Estivill: un passo indietro!

surpriseIncredibile, Estivill riconosce che il suo metodo non può essere applicato ai bambini sotto i tre anni, causa danni.
Incredibile.
Leggere, per credere, questo passaggio di un'intervista digitale che Estivill ha rilasciato ieri al celebre quotidiano spagnolo "El País": Recentemente abbiamo pubblicato il libro 'A dormire!', che fa il punto sulle conoscenze riguardo il sonno infantile. In esso vengono spiegate alcune regole per insegnare ai bambini a dormire correttamente rispettando l'allattamento materno; di fatto gli studi scientifici che abbiamo pubblicato sulla rivista spagnola di pediatria sono stati condotti su bambini con allattamento al seno a richiesta. Nel cervello dei bambini c'è un gruppo di cellule che è il nostro orologio biologico. Questo orologio ci dice che dobbiamo dormire la notte ed essere svegli durante il giorno. Come altre strutture cerebrali dei bambini, questo orologio biologico è immaturo alla nascita. Per questo i bambini dormono a tratti e non possono dormire tutta una notte di seguito fino a sei mesi di età. Le regole illustrate in 'Fate la nanna' erano per i bambini dai tre anni in su che soffrivano della cosiddetta 'insonnia infantile per abitudini scorrette'. Queste norme non possono essere applicate in caso di bambini più piccoli a causa dell'immaturità del loro orologio biologico. Occorre praticare altre routine rispettando l'allattamento al seno a richiesta per far sì che questo orologio biologico impari a sincronizzarsi con l'ambiente e così arrivare ai sei mesi con un sonno notturno adeguato di circa undici ore più tre sonnellini durante il giorno: uno dopo la prima colazione, un dopo pranzo e uno dopo la merenda. Nel nostro libro 'A dormire!' spieghiamo questa nuova conoscenza scientifica e diamo linee guida appropriate affinché il bambino, seguendo l'allattamento a richiesta,  possa conseguire una strutturazione adeguata del sonno."
Ma io dico: ma tutti quei genitori fiduciosi che hanno applicato alla lettera il suo metodo?
Ma i danni che probabilmente ne ha ricevuto la psiche di questi bimbi massacrati dal loro stesso pianto?
La sofferenza dei genitori e lo strazio nei loro cuori se hanno resistito alla tentazione di interrompere il metodo?
E il ritmo naturale del sonno dei neonati letteralmente stravolto?
Allattamenti al seno mandati all'aria perché subordinati ai famigerati dettami del metodo?
Continuate voi perché rabbia e pena sono enormi se penso a quanti bimbi e genitori devastati ci sono nel mondo...
Questo signore evidentemente sta registrando un calo delle vendite dei suoi libri e cerca così di recuperare consensi.
Ma quando ci sarà un'azione collettiva verso questo signore, una denuncia penale per crimini verso l'umanità?
Ma cosa significano 11 ore piú tre sonnellini? Ma che abbiamo dei robot telecomandati?
Amiamoli col cuore e con l'istinto questi nostri figli, mettiamoceli sul petto - mamme e papà - senza paura di regole trasgredite; che dormano e succhino latte quando e come vogliono e saranno loro a trovare infallibilmente il ritmo giusto, meglio delle regole e linee guida del dottor Estivill.
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P.S.: pochi giorni dopo questa sua intervista - e il clamore che ne è derivato - Estivill fa modificare le paroline tre anni in tre mesi, dunque ritratta la ritrattazione!!! (vedi post)

6 agosto 2012

Il co-sleeping secondo Estivill

Shhh.
In un suo recente breve video il dott. Estivill ci racconta di come “la comunità scientifica rispetta il co-sleeping (sonno condiviso) ma non lo raccomanda perché è un fatto culturale, non scientifico”.

Dice che “ci sono studi scientifici che dimostrano che i bambini che dormono con i genitori sentiranno poi sempre questa necessità di avere i genitori accanto per dormire”. E inoltre "quando saranno più grandi avranno problemi per andare in campeggio, per dormire a casa dei nonni, a casa di amici”. Il co-sleeping “non è benefico per loro perché non gli dà autostima né autonomia”.

Insiste dunque sul fatto che “il co-sleeping è un fatto specificatamente culturale. Ad esempio nel Malawi (Sudafrica) i bambini dormono con i genitori, sì, ma perché lì necessariamente dormono tutti insieme: bimbi, genitori, nonni e capre, perché sono molto poveri. Tant’è che quando hanno occasione di progredire economicamente suddividono gli spazi in modo che ognuno abbia il proprio”.

Conclude Estivill ripetendo che “il co-sleeping non è una raccomandazione scientifica. I bambini che dormono da soli sono più sicuri e possono andare a dormire dagli amici, dai nonni, in campeggio e hanno molta più sicurezza”.

La disinformazione contenuta in queste affermazioni è evidente. E' solo uno spot che il dott. Estivill fa per aumentare il proprio appeal mediatico, uno sciorinare pensieri in libertà (che gli fanno tornare i conti col suo famigerato metodo) con una disinvoltura e approssimazione che i bambini (soggetto/oggetto di tutto questo) non meritano.
Non c'è nessun condizionamento negativo che derivi dal co-sleeping. Anzi, al contrario, molti sono i benefici riconosciuti. Sembra che il dott. Estivill predichi sempre in nome della comunità scientifica ma in realtà questa sembra sempre più prendere le distanze dal famoso pediatra. Nessun vizio (v. "E se poi prende il vizio?" di A. Bortolotti), nessun deficit di autostima né di autonomia. Anzi.

"Tutte le ricerche che hanno indagato sulla presenza di correlazioni tra cosleeping e disturbi comportamentali e emotivi hanno concordemente dato esiti negativi." E' la conclusione alla quale giunge una curata Rassegna della letteratura scientifica sul cosleeping a cura di S.O.S. Crescere, Associazione per la tutela dell'età evolutiva, che invito a leggere con attenzione. E buon co-sleeping a tutti :)

4 giugno 2012

Co-sleeping e nonsense

I love him
Il dott. Pin Arboledas, pediatra, consulente del sonno di serpadres.es e co-autore, con il suo amico Eduard Estivill, di Pediatría con sentido común, ci avverte in un recente video, breve ma intenso, circa il pericolo insito nel Co-sleeping reattivo: "Quando a un certo punto non ne posso più metto il bimbo nel mio letto. Questo è il Co-sleeping che gli operatori sanitari ritengono sia sbagliato e ha conseguenze sullo sviluppo... e abbiamo dati su questo".
A riguardo, lo psicologo Ramón Soler commenta in un recentissimo e appassionato articolo che "non si tratta di una lotta di potere... E' noto che il bambino non piange per un capriccio, lo fa perché sta chiedendo di essere accolto in alcuni bisogni fisiologici di base ed emotivi, legittimi e naturali. Un bambino non piange per manipolare o asservire i suoi genitori, lo fa perché è veramente nel panico quando si accorge che c'è non c'è nessuno accanto a lui per proteggerlo.
I genitori che portano il loro bambino verso il letto di famiglia non sono genitori che hanno 'ceduto' alla pressione e ricatto del bambino, come vuole far credere questo medico. Sono genitori che, notando la sofferenza del loro bambino, hanno deciso di modificare le loro modalità. Nella loro ricerca di soluzioni, hanno deciso di seguire il loro istinto e dormire con loro figlio. Questi genitori devono essere sostenuti, invece di essere spaventati con studi assurdi e mezze verità."

"Ci sono alterazioni nella struttura del sonno ... abbiamo visto che quando vi è Co-sleeping reattivo, dimiuisce la fase REM. La fase REM è quella che permette al bambino di fissare nella memoria ciò che apprende durante il giorno e quella che le permette di controllare un poco i suoi impulsi".
"Affermazioni allarmistiche", commenta Soler, "il tentativo è di spaventare i genitori e averli sotto il controllo della conoscenza scientifica presunta. Qualcosa come 'mi sta dicendo che se ho messo mio figlio nel letto, hanno poi problemi di memoria? Per favore, dottore, mi dica quello che devo fare!' ".
"Circa il 'controllo degli impusi' ", prosegue Soler, " neurologi che studiano lo sviluppo del sistema nervoso ci dicono che è a partire dal secondo o terzo anno che si sviluppa la corteccia prefrontale, che permette ai bambini di cominciare a controllare gli impulsi che provengono dalle parti più profonde del cervello. Gerdhart Sue spiega perfettamente e dice anche che lo sviluppo della corteccia prefrontale è stimolata dalla cura, carezze e coccole che il bambino ha avuto nei suoi primi anni di vita, compreso il co-sleeping."

"C'è un maggior numero di risvegli. E' un sonno di minore efficienza, di qualità inferiore. "
Soler non vede dove sia il problema... Si tratta piuttosto di una logica conseguenza della grande intelligenza del bambino. Lasciato solo durante i primi mesi di vita, proprio quando si sente meno protetto, il bambino avrà bisogno di tempo per ritrovare la fiducia nei loro genitori. "Chi lo assicura che non lo lasceranno solo di nuovo dal momento che già l'hanno fatto? La sua vita dipende totalmente da loro e dunque dovrà stare più attento per capire capire che ancora sono lì con lui e non lo hanno abbandonato. Dopo queste esperienze traumatiche, è logico che sia più irrequieto e si svegli di più durante la notte."

"Il Co-sleeping reattivo lascia dedurre che, a volte, si sta creando un tipo di attaccamento non sicuro, un attaccamento dipendente."
"Sicuramente nei primi momenti, quando si attua il Co-sleeping, dopo che per tre mesi il bimbo ha dormito separatamente dai suoi genitori, il bambino sarà più irrequieto e più esigente. Man mano che si assicura che i genitori ci sono e non se ne sono andati di nuovo, si calmerà e tornerà a un sonno più tranquillo e normale. Tutti gli esseri umani, dopo un trauma, hanno bisogno di tempo per riconquistare l'autostima e la fiducia negli altri. I bambini anche."

"Il Co-sleeping reattivo non lascia di essere un riflesso circa il tipo di educazione che il bimbo sta ricevendo in generale, in termini di dipendenza / non-dipendenza, in termini di limiti / non limiti educativi."
Qui Soler perde il controllo :-) "Ecco la tirata finale, comportamentale e autoritaria. È stato smascherato quale lupo in camice bianco. Ci sono voluti meno di due minuti per dimostrare l'idea che i genitori che dormono con i loro bambini sono permissivi e non sanno stabilire limiti. Sono tipici argomenti patriarcali adultocentrici: 'il bambino non può dominarvi', 'dovete insegnare sin da piccoli che la vita è dura', 'bisogna vivere momenti di frustrazione' ecc."

Il Co-sleeping è un atto d'amore, non una modalità di controllo educativo; assecondando l'istinto - soprattutto nei primi mesi di vita di nostro figlio - e rispondendo al pianto o al disagio non sbagliamo.
Per cui, querido Dr. Arboledas, non ne facciamo un problema di una cosa così semplice, no?
Oltretutto in quanto pediatra non penso la sua attività si ponga centralmente rispetto agli studi sul sonno, avrà a che fare principalmente con influenza, mal di gola, bronchiti e infermità varie, no? Per cui chi glielo fa fare (a lei e al suo collega Estivill) di dogmatizzare su una materia che non pertiene esattamente alle sue incombenze quotidiane? O magari lei ha personali radici di sofferenza da 'tramandare' ai posteri? Ma allora è un problema suo, se lo risolva e non terrorizzi i genitori, grazie.

30 maggio 2012

Estivill dixit

deep deep sleep redux"Io non affermo niente di nuovo, solo faccio notare quello che si è dimostrato scientificamente".
A seguito della pubblicazione del libro Pediatría con sentido común la rivista spagnola Aramar editores ha recentemente colto l'occasione per intervistare il dott. Estivill, sia sul suo ultimo libro che su altre questioni (potete leggere l'articolo nella sua versione integrale a questo link).
La domanda chiave è stata: "Uno degli argomenti utilizzati da chi la critica è che non c'è evidenza scientifica che i bambini non soffrono..." "E' totalmento inesatto, sì che c'è. E' dimostrato che i bambini che non dormono bene hanno più problemi di comportamento; quelli che dormono coi loro genitori hanno più dipendenza; quelli che fanno co-sleeping hanno più rischio di soffrire poi di problemi di autostima. Tutto questo è dimostrato e pubblicato. Non c'è nessun bambino traumatizzato per aver trascorso i primi giorni nell'asilo piangendo tutto il tempo. Inoltre, ci sono ricerche molto serie sulle madri che sono contrarie a queste idee e la maggior parte di loro presentano una psicopatologia proprio in questo loro modo di essere. E di fatto nella vita reale se vedi un bambino male educato non guardare il bambino, guarda i genitori e troverai il problema." "Perché questa impazienza per insegnare ai bambini, non sarebbe meglio che certe cose le imparino loro, da soli? Ci sono certe cose che a un certo punto si finiscono per imparare..." "No, il bimbo che da piccolo dorme male se lo trascina poi per tutta la vita. E' necessario insegnare bene le buone abitudini da subito. Tutto ha un'origine scientifica, io non affermo niente, solo vado constatando quello che si è dimostrato scientificamente."

Estivill dixit.

Querido Dr. Estivill, a me queste sue chiacchiere sembrano tanto una roba da fiera di paese di un tempo passato, tante fesserie buttate lì pur di attrarre gli avventori e vendere libri, conferenze, interviste di questo suo elisir del buon dormire. Un mio consiglio: trascorra più tempo coi suoi nipoti al parco e abbandoni questo palcoscenico mediatico, ché di danni ne ha già fatti fin troppi.
[vedi anche: Due minuti.]

10 marzo 2012

Due minuti.

A sei mesi di età i bambini diventano stressati quando non ottengono l'attenzione che loro sentono come necessaria.
I livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, spiccano il volo quando sono ignorati dalla madre - anche per soli due minuti - e anche il giorno dopo sono preoccupati per timore che la cosa accada di nuovo.
Ripetuti episodi di stress potrebbero avere un effetto enorme sulla salute di un ragazzo e lungo il corso della sua vita.
Queste sono le conclusioni alle quali sono giunti dei ricercatori canadesi che hanno studiato 31 madri con i loro bebè di 6 mesi di età.

Mamme e bambini sono stati divisi in due gruppi. Le mamme del primo gruppo hanno parlato e giocato come di consueto con i loro bimbi. Ogni tanto intervallavano per due minuti il loro gioco e semplicemente guardavano sopra la testa del loro bambino, mantenendo il viso privo di emozione.
Le madri del secondo gruppo invece non dovevano fare niente di speciale, semplicemente continuavano a parlare e giocare con i loro bimbi.
Il giorno dopo le madri tornavano al laboratorio.
I ricercatori hanno prelevato campioni di saliva, all'inizio della sessione, a 20' e 30', e hanno scoperto che i livelli di ormone dello stress, il cortisolo, saliva alle stelle quando i bambini venivano ignorati dalle loro madri. Il giorno dopo, tornando al laboratorio, i livelli di cortisolo tornavano a salire di nuovo prima ancora che le madri li ignorassero come nel giorno precedente.
Il gruppo di bambini che non sono stati ignorati, non ha modificato i livelli di cortisolo né il primo né il secondo giorno di laboratorio.
Il dr. David Haley, ricercatore dell'Università di Toronto, ha dichiarato: "I risultati suggeriscono che i neonati umani hanno la capacità di produrre una risposta anticipata di stress che si basa sulle aspettative di come i loro genitori li trattano in un contesto specifico."

Viene subito in mente il metodo Estivill, per far addormentare i bambini, basato sull'ignorare il bambino per pochi minuti (spesso più di due) fino a quando non imparano a dormire da soli, o meglio finché non imparano che non c'è bisogno di chiamare i genitori, perché purtroppo non sarà possibile ottenere la risposta che sentono di doversi aspettare.

Rispondere al pianto del bimbo non significa viziarlo (o non educarlo), significa amarlo. Significa guardare il mondo dalla prospettiva di un neonato - e dei suoi bisogni - piuttosto che dalla nostra. Semplice, no?

3 gennaio 2012

Il sonno condiviso

New FatherIl Co-sleeping è una pratica in cui i neonati e i bambini dormono accanto a uno o entrambi i genitori, e non in una stanza separata. La modalità più stretta è quella del Bed-sharing, dove genitori e figli dormono tutti insieme nel lettone. Dormire tutti insieme nel lettone è una pratica normale in molte parti del mondo, ad esclusione di Nord America, Europa e Australia. Uno studio del 2006 in India ha rivelato che il 93% dei bambini dai 3 ai 10 anni dormono coi genitori.
Largamente diffuso fino al 19° secolo, il dormire insieme sta riacquistando senso e significato nella cultura occidentale, soprattutto nell'ambito della pratica dell'Attachment parenting. A questo link potete leggere un bell'articolo a riguardo che ho selezionato dal sito bambinonaturale.it.

4 ottobre 2011

Estivill colpisce ancora

crying-babyPer quei papà che ancora non sanno chi sia Eduard Estivill - "il medico del sonno" - invito a cliccare un post di nonsolomamma, la celebre blogger italiana, che titola IL METODO ESTIVILL OVVERO TIRA FUORI IL NAZISTA CHE È IN TE E VIVI SERENO. E nel suo stile brillante e di intrattenimento la sintesi - però - che ne fa è davvero fenomenale. Giura che in effetti il metodo "funziona" e gli atroci sensi di colpa che ne derivano fanno parte del pacchetto, così va il mondo.
In effetti da più parti nel mondo scientifico le critiche verso il "metodo Estivill" (metodo di pianto controllato: il bimbo piange da solo nella sua camera, tu lo consoli, sempre un po' di meno, poi lui smette = si rassegna) sono arrivate puntualmente; ne hanno testato ampiamente la non-efficacia se non addirittura il danno relativo alla salute mentale del bambino (v. articolo di Alessandra Bortolotti - psicologa perinatale - a questo link). Estivill stavolta si produce in un nuovo testo, "Pediatría con sentido común", con il quale intende guidare il lettore in un viaggio attraverso la crescita del bambino, fisica ed emotiva.

In un'intervista rilasciata a "El Pais" e pubblicata oggi - "La crisi salverà i bambini, gli insegnerà a soffrire" -, il pediatra non ritratta nulla, anzi assicura di aver trovato il metodo di far dormire il bambino da solo sin dal primo giorno, e conclude facendo riferimenti alla genitorialità in tempi attuali, di crisi, affermando che "la crisi salverà i bambini, sicuramente insegnerà loro a soffrire. Il successo è qualcosa di effimero, dobbiamo costantemente cercarlo, ma il cammino è pieno di frustrazioni. Finora i bambini hanno avuto tutto". Affermazioni un po' indecifrabili. Ma forse per molti sono indecifrabili anche gli obiettivi della sua opera di divulgazione di metodi per il sonno. Quanto tempo dovrà passare prima che il mondo scientifico si ritrovi unanime nello smentirlo categoricamente? Di quanti "bambini Estivill", una volta grandi, la psicoterapia dovrà ancora farsi cura?