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28 settembre 2012

Incredibile Estivill: un passo indietro!

surpriseIncredibile, Estivill riconosce che il suo metodo non può essere applicato ai bambini sotto i tre anni, causa danni.
Incredibile.
Leggere, per credere, questo passaggio di un'intervista digitale che Estivill ha rilasciato ieri al celebre quotidiano spagnolo "El País": Recentemente abbiamo pubblicato il libro 'A dormire!', che fa il punto sulle conoscenze riguardo il sonno infantile. In esso vengono spiegate alcune regole per insegnare ai bambini a dormire correttamente rispettando l'allattamento materno; di fatto gli studi scientifici che abbiamo pubblicato sulla rivista spagnola di pediatria sono stati condotti su bambini con allattamento al seno a richiesta. Nel cervello dei bambini c'è un gruppo di cellule che è il nostro orologio biologico. Questo orologio ci dice che dobbiamo dormire la notte ed essere svegli durante il giorno. Come altre strutture cerebrali dei bambini, questo orologio biologico è immaturo alla nascita. Per questo i bambini dormono a tratti e non possono dormire tutta una notte di seguito fino a sei mesi di età. Le regole illustrate in 'Fate la nanna' erano per i bambini dai tre anni in su che soffrivano della cosiddetta 'insonnia infantile per abitudini scorrette'. Queste norme non possono essere applicate in caso di bambini più piccoli a causa dell'immaturità del loro orologio biologico. Occorre praticare altre routine rispettando l'allattamento al seno a richiesta per far sì che questo orologio biologico impari a sincronizzarsi con l'ambiente e così arrivare ai sei mesi con un sonno notturno adeguato di circa undici ore più tre sonnellini durante il giorno: uno dopo la prima colazione, un dopo pranzo e uno dopo la merenda. Nel nostro libro 'A dormire!' spieghiamo questa nuova conoscenza scientifica e diamo linee guida appropriate affinché il bambino, seguendo l'allattamento a richiesta,  possa conseguire una strutturazione adeguata del sonno."
Ma io dico: ma tutti quei genitori fiduciosi che hanno applicato alla lettera il suo metodo?
Ma i danni che probabilmente ne ha ricevuto la psiche di questi bimbi massacrati dal loro stesso pianto?
La sofferenza dei genitori e lo strazio nei loro cuori se hanno resistito alla tentazione di interrompere il metodo?
E il ritmo naturale del sonno dei neonati letteralmente stravolto?
Allattamenti al seno mandati all'aria perché subordinati ai famigerati dettami del metodo?
Continuate voi perché rabbia e pena sono enormi se penso a quanti bimbi e genitori devastati ci sono nel mondo...
Questo signore evidentemente sta registrando un calo delle vendite dei suoi libri e cerca così di recuperare consensi.
Ma quando ci sarà un'azione collettiva verso questo signore, una denuncia penale per crimini verso l'umanità?
Ma cosa significano 11 ore piú tre sonnellini? Ma che abbiamo dei robot telecomandati?
Amiamoli col cuore e con l'istinto questi nostri figli, mettiamoceli sul petto - mamme e papà - senza paura di regole trasgredite; che dormano e succhino latte quando e come vogliono e saranno loro a trovare infallibilmente il ritmo giusto, meglio delle regole e linee guida del dottor Estivill.
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P.S.: pochi giorni dopo questa sua intervista - e il clamore che ne è derivato - Estivill fa modificare le paroline tre anni in tre mesi, dunque ritratta la ritrattazione!!! (vedi post)

9 ottobre 2011

Pannolini e papà

Alessandro BariccoI tempi cambiano. I pannolini un tempo erano di lino, poi di cotone, forme diverse, stoffe diverse, chiusi con una spilla; triangoli in tela, pezze di flanella e così via fino al pannolino usa e getta e poi di nuovo - negli ultimi tempi - al lavabile. Ed ecologico. Si è sperimentato di tutto per contenere pipì e cacca santa di bimbo innocente.
Wikipedia ci insegna che "Quando un pannolino usato esaurisce la sua capacità contenitiva, necessita di essere sostituito. Questo processo di solito è svolto da una seconda persona (sic!), come un genitore o una balia". Risolto dunque l'enigma su chi dovrà essere l'autore dello smontaggio/montaggio dell'apparato, il neo papà si avvia risoluto alla sperimentazione di nuove spericolate pratiche di smaneggiamento di un frugolo di 3 - 4 chili di peso tra le mani. Prezioso bene, desiderato e amato, ma pure organismo vivente capace di produrre quantità inspiegabili di solidi-liquidi maleodoranti.

L'esperienza del cambio del pannolino, una volta acquisitane la dovuta pratica, ti fa un uomo migliore. Perché le regole sono cambiate, il bebè non è più appannaggio esclusivo o quasi della mamma, e saper cambiare un pannolino con disinvoltura è una di quelle cose appaganti paragonabili a poche altre nella vita. Parola di scout.
Quando saprete cambiarlo in automobile, sotto un diluvio torrenziale che vi impedisce di uscire per cercare luogo più confortevole, quando il bebè ha deciso di prodursi in una di quelle cacche magmatiche che vi sembra colata lavica (perché questa cose accadono proprio così, è la legge di Murphy) e ogni mossa che risultasse sbagliata produrrebbe nuovi fronti; e quando il pupo non fosse proprio al massimo della disponibilità nel rimanere immobile nel ruolo di oggetto (ma piuttosto di esserino semovente con proprie abilità motorie indipendenti dalle nostre), ecco, allora sarete uomini nuovi e potrete finalmente dire ai vostri colleghi e amici senza figli: I've done things you people wouldn't believe.

E la summa - figurativamente parlando - del "padri e pannolini" l'ha prodotta per tutti noi papà il grande Alessandro Baricco. Racconta la sua esperienza, nel suo modo straordinario, e chi ancora non l'ha mai letta clicchi subito qui.

P.S.: ricordatevi che la cacca di neonato allattato al seno maleodora decisamente meno della cacca di neonato allattato artificialmente. Motivo in più per allattarlo al seno!

22 settembre 2011

Un papà non è una tribù

Thoughtful concern (#29/365)Tutte le madri con bambini piccoli hanno bisogno di sostegno, aiuto, solidarietà, comprensione e protezione...  dagli altri membri della "tribù".
Naturalmente, nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città non abbiamo più le "tribù". La nostra non è più una società tribale o contadina, le famiglie allargate che oggi predominano non sono più quelle con sovrapposizioni generazionali; i legami parentali non sono più evidenziati dalle strette convivenze nei villaggi o nelle fattorie contadine.

La mamma cerca comunque e naturalmente sostegno, aiuto e ciò che "trova", nell'immediato, siamo noi: i papà. Tutta la compagnia, rifugio, sostegno, disponibilità ed empatia che una intera tribù avrebbe conferito, ora dovrebbe venire da una sola persona: il padre del bambino. E' dunque un singolo individuo che si sostituisce al ruolo di molti.
Quando la realtà non viene visualizzata nel suo complesso, si può pensare che le cose possano magari essere risolte se il papà torna a casa presto, se cambia qualche volta i pannolini o magari guadagna di più.
E' il caso invece di prendere coscienza che sono solo due - non più di due - e che le mamme e i papà a volte rimangono isolati nel complesso compito di accudire i loro bambini. E' una dimensione che va oltre l'aspetto pratico, con rinvii di tipo psicologico, emotivo, antropologico.

Cosa fare in pratica? Può esserci la famiglia biologica di origine, con mamme zie suocere cugini che si mobilita. A volte neanche quella.

A volte farebbero meglio a non mobilitarsi quando diventano invadenti fuori luogo, fuori tempo. A volte farebbero meglio a non cimentarsi in "quando ci porti a vedere il bambino?! non ce lo fai vedere mai!!  fra poco cammina (o fa 18 anni) e io non lo vedo da quando è nato...!! ... fino ad arrivare anche al "ma certo che sei stronzo... (a non farcelo vedere mai)!!". Ma sono io che lo "devo" far "vedere"? Io che mi dibatto tra accudimento del Grande Gattonatore apri-sportelli-cassetti, cambio pannolini, pappe, pranzi, spesa, pulizia casa  e - pardon - lavoro? Ma siamo noi che dobbiamo adattarci agli orari degli zii mamme suoceri o sono loro che devono adattarsi ai bisogni e agli orari dei nostri figli?

A volte non si vede nessuno, si è veramente soli.
Quando la realtà ci appare insostenibile, condividiamo ciò che ci succede con la nostra partner, cerchiamo di parlare e decidere - insieme - a chi chiedere aiuto. Inventiamo una "rete amorevole", un social network reale in cui i bambini possano trovare un posto importante. Offriamo un sorriso, un libro, qualcosa di importante alle altre mamme e papà. Apriamo le nostre case, cuciniamo qualcosa di delizioso, invitiamo - a farci visita - altri adulti con bambini. Se partecipiamo alla costruzione di una tribù moderna, probabilmente smetteremo anche di incolparci reciprocamente, le tensioni si risolveranno.
Creiamola, la nostra tribù, in fondo siamo esseri sociali.
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Fonte: post basato su un articolo di Laura Gutman

12 settembre 2011

Un papà non allatta... però gioca un ruolo importante!

Mike Cassian and KaiaUn papà non allatta.
Tuttavia gioca un ruolo importante nel percorso dell'allattamento al seno che intraprende la mamma. Eppure, a volte, può accadere che non venga immediatamente in mente cosa fare per essere di supporto.
Eccovi un decalogo sull'aiuto che i papà possono fornire alle proprie compagne che allattano.

Invialo ai quasi-papà, ai neo papà e a tutti quelli che ritieni possano essere interessati!
  1. Siate attivi e consapevoli del supporto che potete dare. Sappiate che - in generale - vostra moglie tiene più in considerazione la vostra opinione che non quella di sua suocera, per cui dovete essere presenti in modo consapevole e preparato. Leggetevi libri sull'allattamento, informatevi, frequentate con lei incontri sull'allattamento. Sfruttate questa opportunità anche per rafforzare la stima reciproca.
  2. Imparate come dare il giusto supporto. I papà sono spesso i primi a dare conforto e aiuto pratico, vedendo la moglie "stanca" e magari in "difficoltà". La mamma allatta, voi le portate cibo, acqua telecomando... ma cercate anche e soprattutto di crearle un "nido" confortevole! ... Come? Osservatela: sta seduta "bloccata" ad allattare, per cui voi adoperatevi per farla sentire coinvolta in quello che succede un po' più lontano da lei, in modo che si senta partecipe, con voi, della vita ordinaria. Informatela, coinvolgetela.
  3. Fatele capire quanto è apprezzato da voi quello che sta facendo. L'allattamento al seno può risultare impegnativo ed estenuante, all'inizio. Parlare di quanto ha valore per voi, per la salute del vostro bambino quello che sta facendo, farle sentire la vostra gioia, può significare tanto per lei ed è un grande aiuto per farla sentire sostenuta da voi.
  4. Durante la notte, alzatevi con vostra moglie, col bimbo, ogni volta che occorre, non lasciatela sola. Cambiate voi il pannolino, tenete in braccio il bimbo, cullatelo, aiutate vostra moglie in tutti i modi.
  5. Assumetevi responsabiltà, oltre l'allattamento che è di vostra moglie. Voi non siete la fonte del cibo, questo è un fatto. Però i bambini hanno anche bisogno di essere portati (usate un mei tai...!), bisogno del vostro amore, della vostra voce, delle vostre braccia... anche per fare il bagnetto! Voi potete fare tutto questo. Ed è la più bella opportunità che avete adesso di entrare in relazione con vostro figlio.
  6. Assumetevi le responsabilità domestiche: pulizia della casa, preparazione del pranzo, della cena, pagare le bollette, lavare i piatti ecc. soprattutto se state usufruendo del congedo paternità. Provate a lasciare a vostra moglie solo la responsabilità dell'allattamento e della cura del proprio corpo (ricordatevi che ha anche partorito...). Se tutto ciò vi pare poco... Una mamma tutta concentrata su questa nuova relazione, senza altre preoccupazioni, affronterà sicuramente meglio tutte le esigenze che l'allattamento al seno richiede.
  7. Non lasciatela cadere preda di sabotaggi. Se arrivano per posta campioni di latte di formula - o qualche amico ben intenzionato ve ne offre - mettetelo da parte o meglio, sbarazzatevene, non tenetevelo in casa! Addirittura aziende che producono latte in formula inviano pubblicazioni riguardo l'allattamento al seno... Se siete ben informati (se no informatevi, per voi e per vostro figlio) sapete che non esiste nessuna formula al mondo che possa sostituire degnamente il latte umano, non c'è paragone.
  8. Tenete lontani gli "aiuti negativi". Se tua madre o tua suocera (o peggio ancora il pediatra) inizia a parlare a voi o a vostra moglie sull'allattamento al seno in qualche modo negativo, come ad esempio dicendo che ha bisogno di integrare con latte di formula, gentilmente dite che questo tipo di discorsi non è apprezzato e che dunque non può essere di aiuto in quel senso. A mali estremi, ringhiate per delimitare il "territorio" di vostra moglie e vostro figlio, così che i consiglieri-insistenti-non-richiesti possano prendere la strada di casa propria.
  9. Impara a riconoscere quando tua moglie ha bisogno di aiuto particolare. Ad esempio, se soffre per i capezzoli che sanguinano o è convinta che non sta facendo abbastanza, contattate un centro locale per l'allattamento al seno, confrontatevi con un consulente certificato per l'allattamento, così che possa aiutarvi, ma non mollate!
  10. Scherzate in modo appropriato. Non fate battute "mucca", ok? Semplicemente non fatele. Ma se vi togliete camicia e pantaloni e andate in giro nudi con vostra moglie in casa dichiarata "campo nudisti" oppure fate battute su quello che direste voi a qualcuno che malauguratamente osasse fare battute su vostra moglie, sull'allattamento e quant'altro la riguardasse, questo sì, può alleggerire l'atmosfera e allo stesso tempo mostrare la vostra vicinanza e il vostro supporto.
In quali altri modi pensi un papà possa aiutare la propria compagna nell'allattamento al seno?
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Fonte: per questo post sono state utilizzate informazioni provenienti da thestire.

2 settembre 2011

Papà, allattamento al seno e altro

Il neo papà potrebbe pensare di avere un ruolo secondario circa l'alimentazione del suo bambino. Assolutamente no! 
Studi hanno dimostrato che l'atteggiamento del padre è il fattore che maggiormente influenza la decisione della madre di allattare il suo bambino o meno.

L'istinto del papà è quello di proteggere la sua nuova famiglia. Un modo è quello di sostenere la decisione della mamma di allattare al seno il bambino. Potete leggere libri sull'argomento o frequentare le lezioni con la vostra partner sull'allattamento al seno. Il papà può anche aiutare a prevenire le critiche di altri circa la decisione presa, in particolare durante le prime settimane.


I papà insegnano ai loro figli che l'amore è molto di più di un cibo, di un alimento, e che c'è un mondo oltre il "mondo mamma". Costruire una relazione con il figlio arricchirà la vita di tutti e due e anche la vita della mamma.

Trovare il proprio modo di divertirsi con il bambino: occuparsi del bagnetto, spingerlo nel passeggino (o meglio ancora portarlo addosso in un mei tai!) o essere il primo a dare un sonaglio e altri giocattoli che fanno rumore. 

E ricordate che i neonati amano dormire sul petto di papà.

Te che altri modi suggerisci per costruire la relazione con il bebè?

Fonte: nacersano